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Il tema delle migrazioni nei telegiornali e sui social media dei quotidiani

Il tema delle migrazioni nei telegiornali e sui social media dei quotidiani

Nel 2018 la visibilità del fenomeno in televisione rimane molto elevata: sono solo 13 i giorni in cui non è presente almeno un servizio dedicato a questi temi in uno dei sette telegiornali analizzati.

I picchi di visibilità del fenomeno si registrano in due o tre occasioni con numeri “record”, simili a quelli raggiunti in occasione di eventi tragici (come la morte, nel 2015, del piccolo Alan al largo delle coste turche): 53 notizie in occasione dell’omicidio di Pamela Mastropietro, del raid razzista compiuto da Luca Traini, delle vicende della nave Aquarius e della nave Diciotti.

La visibilità del tema è soprattutto associata alla dimensione politica, non soltanto italiana ma anche europea e internazionale. Nel mese di giugno 2018, per esempio, si è registrato il numero più alto di notizie dal 2015 a oggi: 875 servizi in 30 giorni, una media di 4 notizie al giorno a telegiornale. Il primo tema dell’agenda dell’immigrazione concerne i flussi migratori (38%), seguito dalla criminalità e sicurezza (32%), due temi che occupano, da soli, il 70% dell’agenda complessiva. Seguono i temi dell’accoglienza e della società e cultura.

Nel 2018, a differenza degli anni precedenti, la dimensione securitaria è prevalsa su quella della criminalità. In 6 servizi su 10 si è parlato, per esempio, di controlli alle frontiere, verifiche della regolarità dei permessi di soggiorno e dei documenti, proposte per l’applicazione di misure più restrittive in merito alla concessione del diritto di asilo per motivi umanitari, operazioni “spiagge sicure” e “strade sicure”.

Immigrati, rifugiati e richiedenti asilo hanno avuto voce, nei notiziari del 2018, nel 16% dei servizi relativi all’immigrazione. Un dato in controtendenza rispetto alle rilevazioni degli anni precedenti (7% nel 2017), che sembra costituire un progresso importante, ma che l’analisi dimostra essere relativo esclusivamente a testimonianze di aggressioni a sfondo razziale. Ad essere intervistati sono stati infatti principalmente i protagonisti di aggressioni e attacchi di matrice razzista o le vittime di caporalato e sfruttamento lavorativo.

Rispetto ai Social Media, il Rapporto realizzato dall’Associazione Carta di Roma ha condotto un’analisi approfondita, seppur limitata ai post sulla sparatoria di Macerata, mettendo in luce alcune caratteristiche critiche del dibattito.

Ha evidenziato, in particolare, la presenza di un linguaggio apertamente ostile e discriminatorio, caratterizzato da insulti (non indirizzati solo contro la categoria dei migranti), al turpiloquio, fino all’apologia della violenza contro un gruppo su base etnica, mettendo in evidenza la difficoltà dei giornali a assicurare una moderazione puntuale e costante di commenti postati 24 ore su 24, nonché il bilanciamento tra la libertà di espressione e la doverosa necessità di bandire e contrastare i discorsi d’odio.

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